Nei nove mesi di attesa, la donna va incontro a diversi cambiamenti fisiologici, che possono influenzare lo stato di salute di bocca e denti. Modificazioni ormonali (livelli alti di estrogeni) e della risposta immunitaria, per esempio, possono favorire l’infiammazione dei tessuti gengivali, con la comparsa di malattie come la gengivite o la parodontite. Clinicamente le gengive appaiono più rosse (iperemesi gravidica), aumentate nel loro volume, con conseguente sanguinamento anche spontaneo, sino alla comparsa di forme specifiche di parodontite, che tendono a regredire al termine della gestazione (gengivite gravidica ed epulide).
Episodi ripetuti di vomito e nausea, frequenti nel primo trimestre, possono provocare la demineralizzazione dei denti, con erosione dello smalto e aumento del rischio di carie. La mamma con carie ha una certa probabilità di passare i batteri (Streptococco…) responsabili di questa malattia, al proprio bambino appena nato, e il rischio è tanto maggiore quanto più sono estese e numerose le carie materne. QUINDI, PRENDERSI CURA DEI DENTI DURANTE LA GRAVIDANZA MIGLIORA ANCHE LA SALUTE DEL PROPRIO BAMBINO!
Per ridurre questa possibilità bastano pochi e semplici accorgimenti:
– alimentarsi spesso con piccole quantità di cibo nutriente (no zuccheri semplici),
– dopo il vomito, risciacquare la bocca con acqua e bicarbonato (ne basta un cucchiaino). Questa soluzione aiuta a neutralizzare l’acidità dell’ambiente orale e a ridurre il rischio di carie,
– dopo mangiato, masticare chewing gum senza zucchero o con xilitolo,
– utilizzare spazzolini con setole medie (cambiandoli ogni mese) e dentifrici al fluoro non abrasivi con potere antiacido (chiedete al vostro dentista di fiducia). In questo modo si evitano danni alle superfici di denti rese più delicate dalla demineralizzazione.
Le raccomandazioni per la promozione della salute orale in età perinatale del 2014, pubblicate sul sito del Ministero della Salute, aiutano a capire come fare.
Ecco allora quali sono i suggerimenti proposti dal Ministero della Salute:
1. spazzolare i denti almeno due volte al giorno con un dentifricio al fluoro e utilizzare il filo interdentale tutti i giorni. Il vostro dentista vi spiegherà bene la tecnica del passaggio del filo);
2. limitare ai soli pasti l’assunzione di cibi contenenti zuccheri;
3. evitare le bevande gassate e zuccherate, preferendo acqua o latte magro;
4. preferire la frutta ai succhi di frutta (contengono zuccheri aggiunti);
5. se sono passati più di sei mesi dall’ultimo controllo dal dentista, programmarne subito uno, con pulizia dei denti. Ciò è importante per prevenire la gengivite gravidica.
6. per qualunque problema ai denti o alle gengive, consultare subito il dentista: NON C’E’ NESSUNA CONTROINDICAZIONE AI TRATTAMENTI DURANTE LA GRAVIDANZA! Il momento migliore per le terapie dentali è tra le 14 e la 20 settimana, quando ormai il rischio di aborto è diminuito e tutti gli organi del bambino sono formati. Dopo la 20 settimana, l’aumento di volume dell’utero può rendere scomoda la posizione distesa sulla poltrona: alcune donne possono andare incontro a nausea, vomito o a un abbassamento di pressione. Per questo, meglio mantenere una posizione semidistesa, magari con un cuscino sotto il lato destro del corpo. Solo le terapie complesse (protesi e chirurgia) vanno rimandate al termine della gravidanza, considerando l’alterata risposta parodontale e la diminuita resistenza allo stress;
7. non temere se il medico intende utilizzare farmaci o sostanze particolari (antibiotici, anestetici locali, analgesici, colluttori ecc.): lui, conoscendo che sei in gravidanza, sceglierà i prodotti adatti. Gli antibiotici ritenuti sicuri in gravidanza sono le penicilline (amoxicillina), sostituibili in presenza di allergia dai macrolidi (eritromicina). Sono invece controindicate le tetracicline (malformazioni scheletriche e pigmentazioni dentali), il cloranfenicolo (depressione midollare), il metronidazolo (potere mutageno). Il farmaco di prima scelta come anti-infiammatorio è il paracetamolo (tachipirina) che ha proprietà analgesiche-antipiretiche. L’acido acetilsalicilico (aspirina) è controindicato in quanto ha un effetto anti-aggregante piastrinico (rischio di emorragia) e riduce le contrazioni uterine (effetto prostaglandinico). Non esistono controindicazioni all’uso di anestetici locali, poiché i principi comunemente utilizzati sono sicuri, in quanto non attraversano la placenta grazie al loro elevato peso molecolare.
AUGURI A VOI…
studio odontoiatrico dott. Carlo Campanelli
via Baracca 4, Castelfidardo
c.so Carlo Alberto 184, Ancona